Locke e l'indagine critica delle facoltà conoscitive

LOCKE E L’INDAGINE CRITICA DELLE FACOLTÀ CONOSCITIVE

RAGIONE ED ESPERIENZA 

John Lock è il padre dell’empirismo moderno, nella sua opera “Il saggio sull’intelletto umano“ segna un’inversione di rotta rispetto alla filosofia razionalista perché propone un’indagine critica delle facoltà conoscitive. 

Secondo Locke la ragione non viene più ritenuta assoluta e infallibile, come in Cartesio, ma viene ricondotta entro i confini dell’esperienza,  l’unico ambito in cui può essere applicata con successo. L’analisi delle facoltà conoscitive consente di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze così che l’uomo possa acquisire la consapevolezza che è in grado di ottenere un livello di conoscenza sufficiente a guidare le sue azioni.


LA CRITICA DELL'INNATISMO

Secondo Locke ci sono alcuni principi o idee impressi nella nostra mente che l’anima riceve fin dal primo istante della sua esistenza. Tale dottrina risale a Platone ma era stata riproposta da Cartesio ed era sostenuta da un gruppo di filosofi inglesi. Essa veniva dimostrata in base alla constatazione della presenza di un certo numero di verità fondamentali in ogni uomo. 

Locke critica questa tesi sostenendo semplicemente che è falsa: i bambini e gli idioti ad esempio non hanno la minima nozione di simili principi Intorno ai quali non sussiste un consenso universale. Se poi consideriamo l’idea di Dio ci accorgiamo non solo che essa varia da individuo individuo ma anche che molti popoli non la possiedono per nulla. Tra gli uomini non vi è consenso neppure sulle norme morali, sull’idea di bene male, di bello e brutto, di giusto ingiusto ecc. Questa disparità di vedute confuta l’innatismo mostrando la falsità delle argomentazioni che lo sostengono e che ostacolano, secondo Locke, il progredire della conoscenza.


L'ORIGINE DELLA CONOSCIENZA 

La mente di un neonato è come un foglio bianco ossia una facoltà priva di contenuti. Tutte le idee provengono dall’esperienza anche quelle che appaiono più astratte e lontane dalla realtà quotidiana. 

L'occhio sostiene che dall’esperienza derivano due tipologie differenti di idee: 

  1. Le idee di sensazione provengono dagli oggetti esterni tramite cinque sensi es. il bianco, il caldo, il morbido, il dolce 
  2. Le idee di riflessione sono quelle che derivano dall’esperienza interna es. gli stati d’animo e le passioni. 
Sensazione e riflessioni sono le uniche fonti della nostra conoscenza, si capisce quindi perché i bambini acquisiscano in modo graduale le loro cognizioni. 


LA CLASSIFICAZIONE DELLE IDEE

Lock distingue in due grandi classi le idee:

  • le idee di quantità primarie, oggettive (l’estensione, la figura, il movimento…) 
  • le idee di qualità secondarie, soggettive (i colori, i suoni, i sapori). 
Una volta che la mente ha ricevuto passivamente le idee semplici, può immagazzinarle, riprodurle e combinarle formando le idee complesse. Ne consegue che l’intelletto non può creare nuove idee semplici indipendenti dalle esperienza.


DOMANDE PAGINA 302 

1) La metafora della mente come "tabula rasa" o foglio bianco utilizzata da John Locke esprime la sua convinzione fondamentale riguardo alla nascita della mente umana: all'inizio, essa è priva di contenuti, esperienze o conoscenze innate.

2) Secondo John Locke, le idee umane si distinguono in due categorie principali: idee di sensazione e idee di riflessione. Questa distinzione è fondamentale nella sua teoria della conoscenza.

3) Per John Locke, l'attività dell'intelletto è centrale nel processo di formazione delle idee e nella comprensione della conoscenza umana. Egli descrive l'intelletto come la facoltà mentale responsabile dell'elaborazione delle idee, della riflessione e dell'organizzazione del materiale cognitivo.

IL VALORE DI VERITA' DELLE IDEE

L’intelletto quindi non conosce le cose in maniera diretta ma solo tramite le idee

Come è possibile distinguere la realtà dei sogni e dalle visioni immaginarie? Secondo Locke per quanto riguarda le idee semplici, il problema non sussiste in quanto rispetto a esse la mente è del tutto passiva e quindi le idee semplici non possono ingannarci. Non altrettanto possiamo dire delle idee complesse dato che sono il frutto del “potere attivo" che la mente esercita sulle idee semplici. In questo caso l’errore è possibile.


LE IDEE DI MODI

Le idee di modi sono quelle idee complesse che non possiedono un’esistenza autonoma. Non si reggono da sole. L’idea di bellezza consiste in una certa composizione di colore e di figure che fa piacere a chi lo guarda, quella di furto, essendo un mutamento del possesso di qualche cosa senza il consenso del proprietario, contiene una combinazione di varie idee di specie diverse diverse. 


LE IDEE DI SOSTANZE 

Le idee di sostanze sono quelle idee complesse che si riferiscono a entità particolari considerate distinte sussistenti per se stesse. Secondo Locke si tratta di idee che possono trarre in inganno. L’esperienza invece non ci offre che singole idee semplici, e dunque la sostanza che si pone al di là delle nostre conoscenze. Locke inaugura una nuova prospettiva che considera la sostanza inconoscibile.


LE IDEE DI RELAZIONI

Le idee di relazioni nascono dal confronto di un’idea con un’altra. L'idea di padre è quella di figlio ed é tale perché la considerazione dell’una racchiude in sé la considerazione dell’altra. Dello stesso genere anche l’idea di cause d’effetto che ad esempio congiunge la nozione di calore all’idea di scioglimento della cera. Un’importante idea di relazione è quella di identità che esprime il rapporto esistente tra il mio volto e il mio riflesso dello specchio.


DOMANDE PAGINA 304

1) Secondo John Locke, gli errori possono derivare da varie fonti, principalmente legati alle idee e alla percezione della realtà. Uno dei tipi di errore più significativi per Locke è l'errore legato alle idee confuse o malformate. Un altro tipo di errore riguarda l'uso improprio delle parole.

2) Secondo John Locke, le idee di modi, che includono le idee di relazioni, spazio, tempo, numero e altre qualità che non sono indispensabili per l'esistenza delle cose, non hanno un'esistenza autonoma perché dipendono dalle idee di sostanza.

3) Secondo John Locke, l'idea di sostanza si forma attraverso l'esperienza sensoriale e la riflessione sulle qualità e sulle proprietà degli oggetti.

4) Secondo John Locke, le idee di relazioni comprendono concetti come causalità, relazioni spaziali, relazioni temporali e altre connessioni tra gli oggetti. La casualità rientra nelle idee di relazioni poiché si tratta di una connessione o relazione tra eventi o fenomeni che si manifestano nel corso del tempo.


LE DUE CERTEZZE DELL'UOMO 

La critica dell’idea di sostanza ha rivelato i limiti dell’intelletto umano che non può conoscere che cosa ci sia aldilà della percezione che riceve dal mondo esterno. Infatti secondo Locke la nostra conoscenza è circoscritta a tale ambito: dalle cose di cui non possiamo avere una percezione sensibile non possiamo mai essere certi

La certezza del nostro io c’è data per intuito ossia senza bisogno di costruire un ragionamento.


IL TEMA DELLA PROBABILITA'

Per quanto riguarda la realtà esterna, Locke afferma che abbiamo di essa una conoscenza affidabile sufficiente per orientarci nel mondo ma non è assoluta.

Ad esempio le parti minime della materia e l’immensa estensione dello spazio sfuggono la mente dell'uomo. La probabilità rappresenta il vasto campo su cui l’uomo può fare affidamento senza una certezza assoluta. La ragione, resta l’unico strumento di cui disponiamo orientarci nel mondo.


IL CONVENZIONALISMO LINGUISTICO

Le parole secondo Locke stanno al posto delle idee cioè sono associate per convenzione alle idee: allo scopo di rappresentarle e renderle manifeste agli altri. 

I fili del linguaggio e della comunicazione secondo il filosofo sono tre: 

  1. rendere noti agli altri propri pensieri o idee
  2. farlo nel modo più facile rapido possibile 
  3. comunicare in tal modo la conoscenza delle cose il che suppone che chi parla non conosca gli oggetti di cui parla. 
Il linguaggio è utilizzato quando fallisce rispetto a uno di questi tre obiettivi. Ciò avviene in primo luogo quando le persone non possiedono nella mente alcune idee, in secondo luogo quando applicano i nomi di una data lingua con un significato “privato“ che intendono solo loro, in terzo luogo quando le applicano in modo equivoco riferendoli ora a un’idea, ora un’altra.




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