Locke e l'indagine critica delle facoltà conoscitive
LOCKE E L’INDAGINE CRITICA DELLE FACOLTÀ CONOSCITIVE
RAGIONE ED ESPERIENZA
John Lock è il padre dell’empirismo moderno, nella sua opera “Il saggio sull’intelletto umano“ segna un’inversione di rotta rispetto alla filosofia razionalista perché propone un’indagine critica delle facoltà conoscitive.
Secondo Locke la ragione non viene più ritenuta assoluta e infallibile, come in Cartesio, ma viene ricondotta entro i confini dell’esperienza, l’unico ambito in cui può essere applicata con successo. L’analisi delle facoltà conoscitive consente di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze così che l’uomo possa acquisire la consapevolezza che è in grado di ottenere un livello di conoscenza sufficiente a guidare le sue azioni.
LA CRITICA DELL'INNATISMO
L'ORIGINE DELLA CONOSCIENZA
La mente di un neonato è come un foglio bianco ossia una facoltà priva di contenuti. Tutte le idee provengono dall’esperienza anche quelle che appaiono più astratte e lontane dalla realtà quotidiana.
L'occhio sostiene che dall’esperienza derivano due tipologie differenti di idee:
- Le idee di sensazione provengono dagli oggetti esterni tramite cinque sensi es. il bianco, il caldo, il morbido, il dolce
- Le idee di riflessione sono quelle che derivano dall’esperienza interna es. gli stati d’animo e le passioni.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE IDEE
Lock distingue in due grandi classi le idee:
- le idee di quantità primarie, oggettive (l’estensione, la figura, il movimento…)
- le idee di qualità secondarie, soggettive (i colori, i suoni, i sapori).
IL VALORE DI VERITA' DELLE IDEE
L’intelletto quindi non conosce le cose in maniera diretta ma solo tramite le idee.
Come è possibile distinguere la realtà dei sogni e dalle visioni immaginarie? Secondo Locke per quanto riguarda le idee semplici, il problema non sussiste in quanto rispetto a esse la mente è del tutto passiva e quindi le idee semplici non possono ingannarci. Non altrettanto possiamo dire delle idee complesse dato che sono il frutto del “potere attivo" che la mente esercita sulle idee semplici. In questo caso l’errore è possibile.
LE IDEE DI MODI
Le idee di modi sono quelle idee complesse che non possiedono un’esistenza autonoma. Non si reggono da sole. L’idea di bellezza consiste in una certa composizione di colore e di figure che fa piacere a chi lo guarda, quella di furto, essendo un mutamento del possesso di qualche cosa senza il consenso del proprietario, contiene una combinazione di varie idee di specie diverse diverse.
LE IDEE DI SOSTANZE
Le idee di sostanze sono quelle idee complesse che si riferiscono a entità particolari considerate distinte sussistenti per se stesse. Secondo Locke si tratta di idee che possono trarre in inganno. L’esperienza invece non ci offre che singole idee semplici, e dunque la sostanza che si pone al di là delle nostre conoscenze. Locke inaugura una nuova prospettiva che considera la sostanza inconoscibile.
LE IDEE DI RELAZIONI
Le idee di relazioni nascono dal confronto di un’idea con un’altra. L'idea di padre è quella di figlio ed é tale perché la considerazione dell’una racchiude in sé la considerazione dell’altra. Dello stesso genere anche l’idea di cause d’effetto che ad esempio congiunge la nozione di calore all’idea di scioglimento della cera. Un’importante idea di relazione è quella di identità che esprime il rapporto esistente tra il mio volto e il mio riflesso dello specchio.
DOMANDE PAGINA 304
1) Secondo John Locke, gli errori possono derivare da varie fonti, principalmente legati alle idee e alla percezione della realtà. Uno dei tipi di errore più significativi per Locke è l'errore legato alle idee confuse o malformate. Un altro tipo di errore riguarda l'uso improprio delle parole.
2) Secondo John Locke, le idee di modi, che includono le idee di relazioni, spazio, tempo, numero e altre qualità che non sono indispensabili per l'esistenza delle cose, non hanno un'esistenza autonoma perché dipendono dalle idee di sostanza.
LE DUE CERTEZZE DELL'UOMO
La critica dell’idea di sostanza ha rivelato i limiti dell’intelletto umano che non può conoscere che cosa ci sia aldilà della percezione che riceve dal mondo esterno. Infatti secondo Locke la nostra conoscenza è circoscritta a tale ambito: dalle cose di cui non possiamo avere una percezione sensibile non possiamo mai essere certi.
La certezza del nostro io c’è data per intuito ossia senza bisogno di costruire un ragionamento.
IL TEMA DELLA PROBABILITA'
Per quanto riguarda la realtà esterna, Locke afferma che abbiamo di essa una conoscenza affidabile sufficiente per orientarci nel mondo ma non è assoluta.
Ad esempio le parti minime della materia e l’immensa estensione dello spazio sfuggono la mente dell'uomo. La probabilità rappresenta il vasto campo su cui l’uomo può fare affidamento senza una certezza assoluta. La ragione, resta l’unico strumento di cui disponiamo orientarci nel mondo.
IL CONVENZIONALISMO LINGUISTICO
Le parole secondo Locke stanno al posto delle idee cioè sono associate per convenzione alle idee: allo scopo di rappresentarle e renderle manifeste agli altri.
I fili del linguaggio e della comunicazione secondo il filosofo sono tre:
- rendere noti agli altri propri pensieri o idee
- farlo nel modo più facile rapido possibile
- comunicare in tal modo la conoscenza delle cose il che suppone che chi parla non conosca gli oggetti di cui parla.
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