Kant e i nuovi compiti del pensiero

 

 KANT E  I NUOVI COMPITI DEL PENSIERO 


LA FUNZIONE RIVOLUZIONARIA DEL PENSIERO DI KANT 

Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, a cui ha dato un’impronta nuova segnando una vera e propria svolta nel panorama filosofico moderno. Alla sua opera si attribuisce una funzione rivoluzionaria analoga quella dell’teoria copernicana, Kant capovolse i rapporti tra soggetto e oggetto nell’ambito del processo conoscitivo. Nelle sue opere l’autore esamina le condizioni che rendono possibile la conoscenza, l’agire etico-politico e l’esperienza estetica.


LA FASE PRECRITICA E IL RISVEGLIO DAL SONNO DOGMATICO

L’opera fondamentale di Kant è la “Critica della ragion pura“, a essa seguono la “Critica della ragion pratica“ e la “Critica del giudizio“. In questo periodo Kant si forma sui testi dei razionalisti e degli empiristi, analizzando a fondi i principi delle due correnti più importanti della filosofia moderna. Kant comincia a nutrire i primi dubbi sulla validità della metafisica grazie alla lettura di Hume. Scrive quindi il saggio intitolato “Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica" in cui giudica la metafisica non meno illusoria dei sogni di un visionario in quanto reputa che essa conduce a conclusioni stravaganti e bizzarre.


LA RIFLESSIONE SUL RAZIONALISMO

Il pensiero di Kant si concentra principalmente sul problema della metafisica, ossia su quale valore assegnare all’indagine su Dio, l’anima, l’ordine del mondo, temi che dà sempre hanno impegnato la mente dei pensatori in particolare dei filosofi razionalisti. Kant matura la convinzione che la metafisica è stata una costante ambizione del pensiero umano ma niente di più, infatti i tentativi dei razionalisti di dimostrare che esiste un Dio intelligente buono, che l’anima una sostanza immortale e che il mondo tende a uno scopo sono fallitiLa metafisica dunque è al tempo stesso fonte di oscurità e contraddizioni. 


LA POLEMICA CON L'EMPIRISMO

Kant non aderisce all’empirismo anzi, ne evidenzia i limiti. L’empirismo per Kant giunge a posizioni scettiche in quanto nega la possibilità di un sapere universale necessario. 


I GIUDIZI DELLA SCIENZA E LA " RIVOLUZIONE COPERNICANA"

Nella "Critica della ragion pura" si afferma che occorre condurre un’analisi sui fondamenti della conoscenza al fine di appurare quali sono le condizioni di possibilità di scienza e capire se è possibile una metafisica come scienza. A questo scopo si analizzano le proposizioni della scienza (giudizi). 
Kant sostiene che i giudizi si distinguono in tre tipologie:
Analitici: in essi il predicato esplicita solo il contenuto del soggetto e possiedono universalità e necessità ma non accrescono il sapere
  Sintetici a posteriori: in essi il predicato aggiunge novità al soggetto e accrescono il sapere ma sono particolari e contingenti
     •  Sintetici a priori: accrescono il sapere, sono dotati di universalità e necessità (essendo a priori)

Inoltre nella "Critica della ragion pura" si afferma che nei giudizi sintetici a priori possiamo distinguere l’aspetto materiale, ovvero le impressioni sensibili che il soggetto riceve passivamente dall’esperienza (posteriori), e l’aspetto formale, ovvero le modalità (a priori) con cui la mente ordina attivamente le impressioni. Secondo la rivoluzione copernicana non è la mente a doversi adeguare alla realtà, ma la realtà a doversi adeguare alle modalità conoscitive del soggetto.

LIMITI E POSSIBILITA' DELLA CONOSCENZA 

La dottrina degli elementi è suddivisa in estetica trascendentale e logica trascendentale. L’estetica trascendentale studia la conoscenza sensibile, la quale è passiva e attiva al tempo stesso, infatti riceve dall’esperienza i dati percettivi e li organizza attraverso due forme a priori:

Spazio: la forma del senso esterno

Tempo: la forma del senso interno

La logica trascendentale è suddivisa a sua volta in analitica trascendentale e dialettica trascendentale. L’ analitica trascendentale studia la facoltà dell’intelletto. Consente di unificare le intuizioni sensibili sotto le dodici categorie, la legittimità della loro applicazione è giustificata con la deduzione trascendentale secondo cui tutto il processo conoscitivo è fondato sull’io penso. 

La dialettica trascendentale studia la ragione e cerca di superare i limiti dell’esperienza attraverso:

L’unificazione dei dati del senso interno: idea dell’anima

L’unificazione dei dati del senso esterno: idea del mondo

L’unificazione dei dati del senso interno ed esterno: idea di Dio




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